Continua su Quotidiano Sanità il cammino tra le 19 professioni che compongono la FNO TSRM PSTRP e l’8 ottobre è stato il turno dell’intervista a Maurizio Di Giusto, Presidente della CdA nazionale dei Tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei Luoghi di lavoro (TPALL), in vista della giornata commemorativa delle vittime sul lavoro.

Riportiamo alcuni argomenti affrontati, come l’interessante excursus della professione:
“La Professione del Tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei Luoghi di lavoro (TPALL) è una professione “giovane” dal punto di vista normativo in quanto istituita con il DM n. 58/1997, tuttavia è altresì tra le più antiche nella storia del nostra paese in quanto, ad esempio, già nelle trascrizioni delle terme di Pompei nel 80 a.C. si legge che tra ogni ciclo termale vi era la verifica, da parte di personale deputato, delle condizioni igieniche”. Proseguendo nel Capitulare de villis et curtibus imperialibus – riferito alla corte di Carlo Magno (VIII secolo d.C.) – possiamo leggere: “Occorre dedicare molta attenzione perché i prodotti alimentari lavorati o confezionati a mano siano tutti fatti o preparati con pulizia somma: il lardo, la carne secca o insaccata o salata, il vino, l’aceto, il vino di more, il vin cotto, la salsa di pesce, la senape, il burro, il malto, la birra, l’idromele, il miele, la cera, la farina”.

E inoltre, una panoramica sulle opportunità di lavoro all’estero:
“A differenza di altre professioni sanitarie la nostra professione nel territorio europeo, “Environmental and Workplace Prevention Techniques”, non ha una completa corrispondenza nei vari Paesi. Questo perché il nostro agire professionale si sviluppa principalmente nel dare applicazione alle discipline normative di settore che possono essere diverse nei vari Paesi dell’Unione. Esistono tuttavia, nei vari Stati, percorsi formativi universitari corrispondenti, totalmente o in parte, al TPALL e questo permette nei rispettivi Paesi, stante le norme europee del mutuo riconoscimento professionale, l’esercizio professionale. L’esperienza di molti colleghi che hanno scelto di esercitare all’estero la professione, anche eventualmente dopo percorsi di formazione post base, è stata molto produttiva in particolar modo nella sicurezza alimentare, grazie alla presenza di Regolamenti comunitari specifici e recepiti in tutti gli Stati, oppure nella sicurezza nei luoghi di lavoro, in virtù degli standard definiti dalle normazioni tecniche quali ISO, ecc. e dall’approccio sistemico alla valutazione del rischio che viene fornito dai nostri percorsi universitari e molto apprezzato all’estero in particolar modo nei paesi anglosassoni”.

L’intervista, disponibile integralmente al  http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/ prosegue accennando al ruolo del TPALL nella sicurezza alimentare, alla questione aperta delle c.d. morti bianche, e delle potenzialità del PNRR e della FNO TSRM e PSTRP.

 

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