Il 13 dicembre 2021 si terrà a Roma, in Via P. Giannone 7, un incontro che avrà come filo conduttore l’analisi critica delle novità e delle modifiche al D.lgs 81/08 introdotte dal nuovo Decreto Legge n. 146/2021.

Ce ne parla il collega Paolo Moscetta*

La pandemia da COVID-19 ha portato nuovi scenari dai risvolti inaspettati. Abbiamo dapprima assistito al fermo delle attività produttive, fatte salve quelle essenziali, con gravi ripercussioni sull’economia del Paese e abbiamo salutato con cauto entusiasmo la loro graduale ripresa e le riaperture.

Il riavvio delle attività industriali e artigianali e l’accelerazione impressa al settore dell’edilizia dalle agevolazioni fiscali introdotte dal Governo, hanno agito da volano per una timida ripresa economica, ma sono state caratterizzate da un approccio al lavoro caotico, spesso disorganizzato e approssimativo. Non si è trattato solo di una riattivazione, ma di una “corsa al lavoro”, nella quale tutto sembra essere lecito. L’utilizzo di lavoro nero, i tempi ristretti, il taglio dei costi che come sempre ricade sugli apprestamenti di sicurezza. E’ in questo contesto che dalla seconda metà del 2020 ad oggi, stiamo assistendo ad una impennata degli eventi infortunistici mortali e gravi, ma senza nuovi connotati.

Si muore sempre negli stessi settori produttivi e le modalità di infortunio sono quelle da sempre sotto la lente d’ingrandimento degli addetti ai lavori: cadute dall’alto, cadute dall’alto di gravi, utilizzo di macchine, impianti, attrezzature, ambienti confinati. Fenomeni studiati e contrastati da più di 40 anni dai Dipartimenti di Prevenzione delle ASL, attraverso l’operato via via più articolato e specialistico dei tecnici della prevenzione dei Servizi Pre.S.A.L.

Tale sforzo sinergico delle Regioni, che negli anni hanno provato ad affiancare l’attività di assistenza agli interventi di vigilanza mediante l’attuazione dei Piani Mirati di Prevenzione, sembra essere passata inosservata. Anzi, quello che è recentemente accaduto, con l’emanazione del D.L. 146/21 sembra addirittura un “passaggio punitivo” verso l’attuale assetto del  sistema nazionale della prevenzione ritenuto inefficiente e inefficace, incapace di contrastare in modo adeguato gli infortuni e la crescita delle malattie professionali.

Solo chi non conosce la storia può credere che le cose stiano davvero così, perchè il passaggio di competenze dall’Ispettorato del Lavoro ai Dipartimenti di Prevenzione ASL operato attraverso la L. 833/78 ha inequivocabilmente determinato una svolta positiva e proattiva in termini di approccio. I temi della salute si sono affiancati a quelli della sicurezza e la prevenzione è divenuta via via la strada maestra, ancor più della repressione.

La crescita dei servizi del Dipartimento di Prevenzione è strettamente connessa alla sempre maggiore e costante crescita professionale dei Tecnici della prevenzione, attraverso i corsi di laurea triennale e magistrale, attraverso l’affermazione sempre più marcata della autonomia professionale e una rinata consapevolezza dell’importanza del ruolo svolto. Il Sistema Sanitario Nazionale è stato la culla della transizione, ma non v’è dubbio che le carenze strutturali, la troppo frequente assenza di programmazione e la politica abbiano reso difficile un percorso virtuoso fatto come detto non solo di vigilanza, ma anche di ricerca, collaborazione tra istituzioni, assistenza alle imprese.

Per questo dobbiamo chiederci se il D.L. 146/21 sia davvero la strada giusta! per questo è lecito farsi domande sul ruolo delle Regioni, delle ASL, dei Tecnici della prevenzione, per capire le disfunzioni che hanno portato all’emanazione delle nuove regole, ma anche e soprattutto rilanciare il ruolo primario della prevenzione e dei tecnici della prevenzione.

Da circa due anni si sta tentando di riavviare tavoli tecnici dalle alterne fortune e rinvigorire il confronto sul futuro della prevenzione dei rischi e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Iniziative che non hanno dato i frutti sperati anche a causa dell’assenza di una presa in carico da parte della politica. Oggi il tentativo è quello di ripartire proprio dalla politica, invertendo il percorso nella speranza di trovare terreno fertile per illustrare una strada diversa da quella delineata dal D.L .146/21.

L’incontro previsto per il 13/12/2021 porterà tematiche tecniche in seno ad un confronto politico, nella speranza che la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e la tutela dei lavoratori si riaffermino come fondanti e centrali, in un’ottica innovativa e non di repressione.

L’incontro è infine parte di un percorso che ha la finalità di includere e sollecitare la partecipazione di tutti i soggetti interessati. Le associazioni, gli ordini, gli albi professionali, nella speranza di arrivare ad una proposta di governance del sistema istituzionale della prevenzione che sia espressione di tutti.

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*Professional profile 

  • Tecnico della prevenzione in ASL nel Servizio Pre.S.A.L. della Roma C e successivamente in ASL Roma 2, si occupa di:
    • vigilanza e assistenza alle imprese attraverso il supporto alla definizione dei Piani Mirati di prevenzione;
    • Formazione universitaria come docente a contratto CL triennale in TdP; docente Master I Liv. Safety e Risk Management; docente Master II liv. Governance dei sistemi sanitari e aziendali complessi;
    • Docente coordinatore a contratto Unitelma Sapienza Master executive di I Liv. MHASC (safety compliance);
    • Formatore esperto in materia di salute e sicurezza presso enti e società di formazione;
    • Membro (dal 2003) dell’osservatorio della Regione Lazio sugli infortuni mortali e gravi:
    • Responsabile ASL Roma C e successivamente ASL Roma 2 del piano mirato edilizia per la parte di applicazione del modello Infor.Mo.