di Alfredo Gabriele Di Placido, EDITeam*

A partire dal 4 gennaio 2022, verrà limitato l’uso di oltre 4 000 sostanze chimiche negli inchiostri per tatuaggi e nel trucco permanente, in quanto ritenute pericolose per la salute umana. E pertanto, da tale data, gli operatori dovranno perentoriamente attenersi ai divieti e limitazioni imposti dal provvedimento della Commissione europea, a seguito della recente emanazione di un Regolamento di modifica della normativa REACH (Reg. CE n. 1907/2006).

La maggior parte della pubblica opinione ha semplificato il tutto, annunciando che con il nuovo anno sarà possibile effettuare solo tatuaggi in bianco e nero, con il divieto di utilizzo di tutti gli altri colori, invece lo stato delle cose è un po’ più complesso.

 

I dati

L’argomento è di notevole interesse visti i numeri di persone che hanno almeno un tatuaggio. A livello europeo si stima che il 20% della popolazione abbia almeno un tatuaggio, di questi sette milioni sono italiani (il 12,9% della popolazione). Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, l’età media del primo tatuaggio è di 25 anni. Il 96,5% delle persone si tatua per ragioni estetiche, il 3% con finalità di trucco permanente ed il 0,5% con finalità mediche; in quest’ultima categoria rientrano i tatuaggi di allerta medica che, eseguiti su specifiche parti del corpo come il polso, forniscono informazioni importanti sul soggetto (ad esempio, per un soggetto epilettico). Un considerevole 7,7% di tatuati è rappresentato da minori tra i 12 ed i 18 anni. La diffusione maggiore è tra le donne. Il 92,2% delle persone si ritiene soddisfatto del proprio tatuaggio, mentre il 17,2% vuole rimuoverlo.

 

Normativa

A livello di controlli ufficiali non esiste una normativa nazionale sui centri che eseguono tali pratiche, né in riferimento ai requisiti igienico-sanitari e strutturali né tantomeno riguardo i colori utilizzati. Sono le Regioni ad aver agito attraverso autonomamente con la promulgazione di leggi o delibere regionali. E proprio dall’articolo 1 della Legge Regionale della Toscana n.28 del 31 maggio 2006 è possibile desumere una definizione di tatuaggio: “Per tatuaggio si intende la colorazione permanente di parti del corpo ottenuta con l’introduzione o penetrazione sottocutanea o intradermica di pigmenti mediante aghi, oppure con tecnica di scarificazione, al fine di formare disegni o figure indelebili e perenni”.

 

Come sono fatti gli inchiostri

Gli inchiostri per tatuaggi sono costituiti da due elementi: il primo, più importante, è il pigmento, responsabile della colorazione del tatuaggio, insolubile e non biodegradabile, può contenere anche sostanze altamente pericolose, come metalli pesanti e idrocarburi policiclici aromatici; il secondo elemento è rappresentato dagli ingredienti solubili, denominati carrier, che hanno la funzione di solubilizzare i pigmenti insolubili. Per fare un paragone un po’ spericolato, i carrier hanno una funzione simile a quella degli additivi negli alimenti: conservare, regolare la viscosità o disperdere i pigmenti insolubili.

 

Le prime risoluzioni

Si comprende come sostanze che possono contenere anche componenti pericolose iniettate nel derma di un soggetto non siano esattamente elementi da sottovalutare.

Infatti, nel 2003 prima e nel 2008 poi, il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha licenziato due atti non vincolanti per gli Stati membri in cui si affronta il problema con l’indicazione delle sostanze utilizzabili e non utilizzabili e delle informazioni da riportare in etichetta e sugli imballaggi. Nelle liste di sostanze vietate rientrano 27 ammine aromatiche classificate come cancerogene e 35 pigmenti classificati come cancerogeni, mutageni, tossici per la riproduzione o sensibilizzanti. Inoltre, riprendendo il Regolamento 1223/2009 sui prodotti cosmetici, vieta le sostanze indicate nell’Allegato II, che si occupa per l’appunto delle sostanze vietate nei prodotti cosmetici.

 

Il ruolo dell’ECHA

Rispetto ad atti non vincolanti, sei anni fa si è deciso di adottare una strategia più impattante sulle regole comuni: passare in rassegna tutte le sostanze che vengono utilizzate nella produzione di inchiostri per tatuaggi. Molte di queste sono sostanze pericolose che si è deciso di sottoporre a restrizione ai sensi del Regolamento REACH (Reg. 1907/2006). Come si legge sul sito dell’ECHA “grazie alla restrizione si prevede una riduzione delle reazioni allergiche croniche e di altre reazioni cutanee di tipo infiammatorio dovuto a inchiostri per tatuaggi e trucco permanente. Potrebbero inoltre diminuire effetti più gravi quali tumori o danni al DNA o al sistema riproduttivo potenzialmente causati dalle sostanze chimiche usate negli inchiostri”.

Nell’ottobre 2017 il lavoro è stato sottoposto a valutazione da parte del Comitato per la valutazione dei rischi (RAC) e dal Comitato per l’analisi socioeconomica (SEAC). I due organi hanno dato parere favorevole alla restrizione di 4000 sostanze utilizzate nei tatuaggi e nei trucchi permanenti.

Per queste sostanze esistono alternative più sicure per la sicurezza e la salute dei cittadini.

Due sole sostanze, il pigmento blu 15:3 e il pigmento verde 7, hanno ricevuto una deroga alle restrizioni, che scatteranno dal 4 gennaio 2023. Da quel giorno i due pigmenti saranno totalmente vietati.

 

Indicazioni in etichetta

Le restrizioni adottate impongono che sulle etichette dei prodotti sia riportato l’uso previsto, l’elenco degli ingredienti e le dichiarazioni di sicurezza.

D’ora in poi tutte le sostanze cancerogene, mutagene, tossiche per la riproduzione, sensibilizzanti o corrosive o irritanti per la pelle, irritanti per gli occhi, che provocano lesioni oculari e le sostanze incluse negli allegati al Reg.1223/2009 sui prodotti cosmetici saranno automaticamente poste sotto restrizione, definita come “qualsiasi condizione o divieto riguardante la fabbricazione, l’uso o l’immissione sul mercato” dal Regolamento REACH. Il risultato sarà quindi un maggiore controllo sui componenti degli inchiostri.

 

Conclusione

Non è giunto il tramonto dei tatuaggi colorati. È soltanto arrivato un maggiore controllo in un campo, quello degli inchiostri per tatuaggi, che fino ad ora era stato trascurato. Si vuole garantire maggiore attenzione alle sostanze utilizzate, a garanzia della salute e sicurezza dell’utente, come già avviene per i prodotti cosmetici. Data la complessità dello studio, della ricerca e della composizione di alternative (ad esempio, come sostituire l’alcol isopropilico, componente fondamentale di buona parte dei 27 pigmenti?) si registrerà sicuramente una fase di assestamento nella disponibilità dei colori.

 

 

*EDITeam è un OpenLab di scrittura promosso da UNPISI ed aperto ai colleghi interessati a valorizzare le proprie competenze di scrittura e divulgazione scientifica. Le richieste di partecipazione dovranno pervenire via email scrivendo all’indirizzo newsletter@unpisi.it