di Rosario Bernadet Sanacore, EDITeam*

Si è tenuto giovedì 30 novembre, presso la suggestiva cornice dell’Hotel Belvedere Resort di Castellammare del Golfo (TP), un convegno dal titolo “Il regolamento REACH e CLP. Il ruolo dei vari soggetti coinvolti e le attività di controllo per un uso sicuro delle sostanze chimiche”.

L’evento, organizzato dall’Ufficio REACH del Dipartimento di Prevenzione dell’ASP di Trapani, ha raccolto l’interesse e la partecipazione di lavoratori, consulenti, associazioni di categoria e operatori dei Dipartimenti di Prevenzione. 

Il regolamento REACH

Entrato in vigore in data 1 giugno 2007, attraverso un unico testo normativo, sostituisce buona parte della legislazione comunitaria precedente in materia di sostanze chimiche, introducendo un sistema integrato che si basa su quattro elementi fondamentali: a) la registrazione; b) la valutazione; c) l’autorizzazione; d) le restrizioni.

Il regolamento REACH attribuisce alle aziende l’onere della prova, pertanto le aziende, a norma del regolamento, devono identificare e gestire i rischi collegati alle sostanze che producono e commercializzano nell’Unione europea. Esse devono dimostrare dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) come utilizzare tali sostanze senza correre rischi e comunicare le misure di gestione dei rischi agli utilizzatori. Se i rischi non possono essere gestiti, le autorità possono limitare in vari modi l’uso delle sostanze. Nel lungo termine le sostanze più pericolose devono essere sostituite con altre meno pericolose.

I focus: la normativa, tutela ambientale e laboratori di prova

Il Convegno, moderato dal dott. Giuseppe Bianco, TdP ASP di Trapani, già ispettore REACH e segretario nazionale ATS UNPISI, ha avuto il merito di sensibilizzare professionisti ed imprese nell’utilizzo corretto delle sostanze chimiche, rappresentando un importante momento di riflessione, circa le necessarie misure da adottare, al fine di garantire la sicurezza dei lavoratori e la tutela ambientale.

La prima parte del Convegno ha visto l’intervento della dott.ssa Maria Fascetto Sivillo, Direttore LSP ASP di Enna e Referente Regionale Ispettori REACH Regione Sicilia, la quale, collegata in video-conferenza, ha esposto i risultati delle attività di controllo ufficiale, delle Regioni e delle Provincie Autonome, in materia di REACH e CLP, nell’ambito nel Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 e dei piani regionali di controllo ufficiale.

A seguire il Dott. Gianluca Stocco, Amministratore Delegato Normachem S.r.l. e Docente UNIPD, ha illustrato i principali strumenti normativi del sistema europeo per la sicurezza dei prodotti chimici, analizzando i principali obblighi a carico delle imprese imposti dai Regolamenti REACH, CLP e BPR.

Uno spazio è stato inoltre dedicato al Regolamento UE 2023/2055, e dunque al tema della registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche, nell’ambito delle microparticelle di polimeri sintetici.

Successivamente la Dott.ssa Sonia Russo, Referente GTI Sicurezza Chimica REACH-CLP Regione Veneto, ha analizzato le correlazioni normative esistenti tra REACH-CLP e il D.lgs. 152/2006 (c.d. Testo Unico Ambientale).

La prima parte del Convengo si è poi conclusa con l’intervento in video-conferenza della dott.ssa Carolina Ferranti, del Centro Nazionale Sostanze Chimiche dell’ISS, che ha illustrato il funzionamento e l’organizzazione dei laboratori di prova nell’ambito della rete nazionale per le attività di vigilanza sui prodotti chimici.

l

l

II focus: scheda di dati sicurezza (SDS) e ruolo dei servizi territoriali

Nella seconda parte della giornata il dott. Giovanni Finotto, Coordinatore didattico ed operativo del master Steps HSE presso l’Università Ca’ Foscari Venezia, ha effettuato un’analisi sulla struttura e il contenuto tecnico delle schede dati di sicurezza (SDS), soffermandosi su obblighi, competenze e novità, con particolare riferimento alla sezione 9 delle stesse. Ricordiamo che le SDS contengono tutte le informazioni necessarie a garantire la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e la tutela dell’ambiente.

Le indicazioni normative relative alla corretta compilazione e fornitura delle schede dati di sicurezza, sono contenute nell’art. 31 e nell’allegato II del Regolamento REACH. Nello specifico, tra le informazioni fondamentali che devono essere necessariamente presenti all’interno di una SDS, ricordiamo a titolo esemplificativo: identificazione della sostanza/miscela, identificazione dei pericoli, misure di primo soccorso, misure di lotta antincendio, misure in caso di rilascio accidentale, misure per la corretta manipolazione e immagazzinamento, proprietà fisiche e chimiche, e tutte le altre informazioni obbligatorie previste dall’art. 31.

Per quanto riguarda le responsabilità, così come chiarito dall’Agenzia Europea delle Sostanze Chimiche (ECHA), in caso di una catena di approvvigionamento, le prescrizioni del regolamento REACH in materia di fornitura delle SDS, si applicano a ciascuna fase della catena. La responsabilità iniziale, relativamente alla predisposizione della SDS, risulta essere in capo al primo fornitore della sostanza sul mercato UE (dunque fabbricante o importatore). Anche gli attori più in basso nella catena di approvvigionamento devono fornire una SDS, facendo ricorso alle informazioni ricevute dai loro fornitori, verificandone l’adeguatezza e attuandole, allo scopo di soddisfare le esigenze specifiche dei propri clienti. È importante ricordare che le prescrizioni relative alla compilazione delle SDS sono state recentemente modificate dal Regolamento UE 2020/878. Quest’ultimo ha infatti modificato l’allegato II del Regolamento REACH, introducendo un nuovo formato obbligatorio da rispettare nella redazione delle schede dati di sicurezza.  Nello specifico, tra le principali novità introdotte dal Regolamento UE 2020/878, ricordiamo: le prescrizioni specifiche relative alle nanoforme di sostanze, quelle riguardanti l’identificativo unico di formula (UFI), gli interferenti endocrini e infine le prescrizioni relative i limiti di concentrazione specifici, i fattori di moltiplicazione e le stime di tossicità acuta. Per quanto riguarda gli interferenti endocrini, se presenti nella miscela, bisogna indicare nella sezione 11.2 della SDS tutte le informazioni tossicologiche e i pericoli per la salute.

ll dott. Giovanni Finotto ha poi dedicato uno spazio sull’uso sicuro delle sostanze contenenti Di-isocianati. L’utilizzo di questa classe di composti chimici, la cui esposizione prolungata può determinare importanti effetti negativi sulla salute, è stato di recente normato attraverso l’emanazione del Regolamento UE 2020/1149, che ha apportato modifiche all’allegato XVII del REACH. Tra le principali novità introdotte, ricordiamo il divieto di immettere sul mercato sostanze contenenti Di-isocianati (ad eccezione dei composti la cui concentrazione, singola o combinata, sia inferiore allo 0,1% in peso), e formazione specifica per il personale addetto all’uso industriale o professionale di materiali contenenti una concentrazione di Di-isocianati superiore allo 0,1%.

l

l

Il Convegno è poi proseguito con l’intervento del dott. Giuseppe Bellavia, Direttore del Dipartimento del Farmaco e Centro Anti Veleni dell’ASP di Agrigento, che ha parlato dei centri antiveleni e delle attività delle autorità nazionali nella gestione e valutazione del rischio.

La particolare attenzione riservata nei confronti delle piccole e medie imprese è stata testimoniata dalla presenza tra i relatori del dott. Marco Crisci, Responsabile area tecnica della ditta Giuseppe di Maria S.p.A, il quale ha affrontato il tema dell’applicazione pratica dei regolamenti REACH e CLP per gli utilizzatori a valle.

I lavori si sono conclusi con l’intervento della dott.ssa Giada Platania, Responsabile area internazionalizzazione Sicilindustria, la quale ha illustrato l’attività degli Sportelli Informativi Territoriali REACH – SIT REACH.

Nello specifico, questi ultimi, costituiti a seguito del protocollo stipulato tra Enterprise Europe Network e Ministero dello Sviluppo Economico, operando sotto forma di rete, offrono un servizio di assistenza tecnica alle imprese per l’applicazione del regolamento REACH, rispondendo a quesiti puntuali sull’applicazione del Regolamento (es. scadenze, moduli, tariffe,etc.); orientano le imprese in relazione alle fonti di informazione disponibili, in particolare il sito dell’Helpdesk REACH e gli strumenti dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche; facilitano l’accesso da parte delle imprese per i quesiti complessi all’Helpdesk nazionale attraverso l’apposito modulo on-line; raccolgono, a fini statistici, dati sulle imprese che richiedono assistenza (dimensione, tipologia e settore d’attività) e sulla natura del quesito in relazione ai processi REACH (registrazione, autorizzazione, restrizione)

Bhopal: un disastro industriale nel settore chimico, ma non l’unico.

Il Convegno si è tenuto in corrispondenza dell’anniversario del terribile disastro industriale di Bhopal, in India. Infatti, nella notte tra il 2 e il 3 dicembre 1984, in uno stabilimento chimico di proprietà della multinazionale Union Carbide, un incidente provocò la fuoriuscita di più di 40 tonnellate di vapori di isocianato di metile (MIC), una sostanza estremamente tossica. Le prime stime riferirono circa 3700 decessi, anche se successivamente, il numero di vittime accertate diverrà circa 20.000, rendendolo di fatto, uno dei peggiori disastri industriali della storia. Un incidente che affonda le proprie radici su una gestione scellerata dell’impresa, orientata alla riduzione dei costi di manutenzione e quindi all’assenza di sicurezza.

La storia di questo disastro, narrata in un celebre libro di Dominique Lapierre e Javier Moro, è riuscita, più di tutti gli altri, ad aumentare la consapevolezza dei rischi relativi alla produzione, allo stoccaggio e all’utilizzo delle sostanze chimiche. Proprio successivamente al disastro indiano, sono stati infatti avviati numerosi studi di settore volti ad incrementare la sicurezza dei prodotti chimici e dei processi di produzione correlati.

Quello di Bhopal, purtroppo, non risulta essere l’unico disastro industriale di proporzioni drammatiche. L’incidente di Texas City in USA (circa 581 vittime), il disastro ambientale di Minamata in Giappone (circa 2.265 vittime), e il disastro di Tolosa in Francia del 21 settembre 2001 (circa 31 vittime), sono solo alcuni dei più importanti incidenti “chimici” avvenuti nel corso della storia.

Per quanto riguarda invece il nostro paese, ricordiamo il disastro di Seveso, avvenuto il 10 luglio 1976 nell’azienda ICMESA di Meda. L’incidente, avvenuto nella cittadina lombarda, ebbe una notevole risonanza pubblica e portò proprio all’emanazione della Direttiva 82/501/CEE, nota anche come Direttiva Seveso.

Eventi che hanno segnato vite umane, territori e intere generazioni, e che solo attraverso l’evoluzione normativa e la diffusione di una cultura sempre più attenta ai temi della salute, sicurezza e ambiente, si spera, possano appartenere ormai al passato.

l

*EDITeam è un OpenLab di scrittura promosso da UNPISI ed aperto ai colleghi interessati a valorizzare le proprie abilità di redazione e divulgazione tecnico-scientifica. Le richieste di partecipazione dovranno pervenire via email all’indirizzo newsletter@unpisi.it

Posted 07.12.2023

l
Ricorda di ISCRIVERTI alla nostra associazione per accedere a questo ed ulteriori contenuti esclusivi presenti nella nostra AREA RISERVATA SOCI

l

Total Views: 299Daily Views: 1